Arte alla strada, 2015

Arte alla strada è un progetto ideato da Fondazione PInAC, in occasione dell’apertura ventennale di Casa Ozanam promossa dal Dormitorio San Vincenzo di Brescia.

Da Album di Famiglia ad Affacciati

Album di famiglia

Il laboratorio Album di famiglia ha dato il via al progetto e ha posto le basi di una relazione artistica di scambio e confronto: Armida Gandini ha invitato le donne ospiti di Casa Ozanam a raccontare un episodio della loro vita, a partire da un’immagine della memoria, proponendo una trasposizione del proprio vissuto mediante l’atto del disegnare. Un gesto lontano dalla loro pratica quotidiana, non contemplato nemmeno come azione ricreativa, ma indotto durante gli incontri a corrispondere a un bisogno di narrazione di sé. Ma se il narrare è un atto frequente a livello verbale, raccontare disegnando un’immagine della memoria diventa una sfida a tradurre le parole in segni, il vissuto in forma visiva. La pagina bianca è una ragnatela fatta di segni stratificati, l’obiettivo consiste nel lasciare affiorare il ricordo riportandolo in superficie.

Mappature della memoria

Alcuni dettagli di quei disegni sono diventati un’installazione performativa, dal titolo Mappature della memoria, una riproduzione in grande formato sul terrazzo dell’oratorio, punteggiata da lumini che ogni donna ha acceso nel buio della notte nel tentativo di illuminare le immagini della memoria. Al gesto grafico si è affiancata l’azione concreta delle ospiti che, collettivamente, hanno dato vita ad una performance notturna aprendo al pubblico le scatole con le immagini stratificate della loro esperienza di vita.

Affacciati

Il terzo momento di questo work in progress ha previsto un intervento di arte pubblica lungo l’ultimo tratto di via Gabriele Rosa che da via Musei conduce e termina al Dormitorio. Al progetto hanno partecipato gli studenti del corso di Arti Visive dell’Accademia di Belle Arti LABA di Brescia.

Affacciati, è parola che ha due possibilità semantiche: affacciàti e affàcciati. Affacciàti nel vicolo sono i simulacri di vita sospesi fuori dal dormitorio, lenzuola che passano dai letti alla strada, dal privato al pubblico, Affàcciati invece è un invito diretto a non restare chiusi dentro, a mostrarsi e a farsi guardare, ma anche, per chi non sta dentro il dormitorio, un invito ad affacciarsi sul quel mondo e a quelle vite tanto vicine, tanto lontane.

L’installazione è stata realizzata appendendo a 4 metri di altezza patchwork composti da lenzuola riciclate cucite e fustellate. L’utilizzo di questo materiale, carico di vissuto, è stato scelto in relazione all’ambiente e al suo servizio sociale. I teli, già ricchi di storia, sono diventati ulteriormente superfici narranti, in quanto hanno ospitato dei disegni e quindi altre storie che si sono depositate su quelle precedenti, instaurando un intreccio di racconti di vite.

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