“L’idea di allestire le opere all’interno di semisfere di plexiglass mi ha riportata indietro nel tempo, quando bambina ammiravo le immagini un po’ inquietanti delle bambole di cera schermate da campane di vetro. Oggetti fragili che creavano una divisione tra lo spazio reale occupato dallo spettatore e lo spazio sospeso, fuori dal tempo, del vano definito dalla calotta. La stessa atmosfera vivono le protagoniste delle semisfere, bloccate in una dimensione protetta da questa barriera che, seppur trasparente, crea un confine tra il dentro e il fuori, generando silenzio”. A.G.