YELLOW MARNIE, 2021

Yellow Marnie, video -colore -sonoro-durata 1’,05”

Avevo 11/12 anni: una sera, dopo cena, accendiamo (io e mia mamma) la tv della cucina e appare un’inquadratura di un dettaglio di una borsa gialla; il campo si apre e si vede una giovane donna ripresa di spalle che cammina su una banchina di una stazione in procinto di prendere un treno. Passano solo 30 secondi ma questa immagine magneticamente cattura la mia attenzione, rimango incollata alla schermo fino alla fine del film. Chissà come si intitola? avendo perso la sigla iniziale ignoro quale sia il titolo e nemmeno il regista, informazioni scoperte molto, molto tempo dopo. Ma la cosa importante è che questo film innesca un meccanismo maniacale: la mia magnifica ossessione per il cinema e, in generale, per le immagini in movimento. Scoprirò che si tratta di Marnie (1964) – lo stesso nome della protagonista – e che l’autore è Alfred Hitchcock. Uno dei miei Padri spirituali… Ho quindi deciso di lavorare ironicamente sulla sigla e formalmente sulla prima inquadratura del film, decontestualizzando la borsetta gialla di Marnie (che simbolicamente ha molti rimandi: utero, giallo come colore del desiderio sessuale e allo stesso tempo, il tentativo stesso di nascondere tale desiderio, contenitore di denaro rubato dalla protagonista) e facendola galleggiare su un fondo bianco, come se fosse ripresa dall’occhio della macchina da presa che esclude il contesto in cui l’attrice si muove.

Yellow Marnie, frame from video -colour-sound-1’,05”
Yellow Marnie, frame from video -colour-sound-1’,05”



Yellow Marnie, frame from video -colour-sound-1’,05”
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Yellow Marnie, installation view La terra e le fantasticherie, Palazzo Martinengo Cesaresco, Brescia, 2022, Photo Petrò Gilberti

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